Roger Abravanel
"Le aziende italiane sono le meno orientate al capitale umano. Non investono abbastanza nella selezione, non usano abbstanza bene i professional della selezione e soprattutto non sono capaci nella formazione. Non è solo un problema di comunicazione, è un problema di capacità di selezionare e formare."
"Le aziende migliori che conosco investono una quantità di tempo enorme nel selezionare i giovani perché sanno che è molto importante per il futuro dell'azienda stessa. Il rapporto tra scuola e impresa diventa molto più sensibile su questo aspetto."
"Inoltre l'impresa dovrebbe entrare un po' più nella scuola. Faccio un esempio: le imprese hanno mai segnalato quali sono le scuole migliori ? Le conoscono ? Se fossi un imprenditore avrei ben chiaro l'importanza di avere uno strumento trasparente di classificazione delle scuole, comincerei a fare un po' di merito in modo che si crei mercato, i giovani più bravi possano iscriversi a certe scuole e non ad altre."
"Il modello tedesco di apprendistato, in Italia non si è capito. Noi pensiamo di fare l'alternanza scuola-lavoro, ma come viene fatta in Italia è una bufala colossale, perché consiste nel portare una classe a visitare un'azienda per vedere come è fatta e poi si torna indietro. Il tutto per 20 ore complessive. L'apprendistato tedesco, invece, è studio e lavoro per metà tempo dall'età di 14 anni. Il ragazzo lavora e quindi, lavorando, impara quelle soft skills, impara a conoscere le competenze, il mondo delle aziende, imapra a interagire con gli altri"
Alessio De santa e Fabio Fornaroli
Un identikit dei Millenials ...
"Pare siano persone a cui non piace aspettare, abituate all'uso dei social network, alla temibile pratica di parlare di sé e dei propri sentimenti. Pare anche che ... amino partecipare in prima persona all'apprendimento, dando la loro opinione. Pare anche che preferiscano esercitazioni pratiche ... e che non riconoscano la gerarchia. Teniamo presente che anche in termini di emplotyer branding, rimanere al passo con i trende emergenti sarà un fattore di importante competizione per attrarre le risorse migliori."
... e le possibili risposte delle aziende.
- Dotarsi di tecnologia cutting edge: la dimestichezza dei giovani con le nuove tecnologie dovrebbe poter trovare riscontro e uno sfogo anche in azienda. La tendenza alla tecnologia seamless, ovvero alla mancanza di confini tra vita on e offline (e alla facilità d'uso della tecnologia) dovrà essere sempre più forte anche sul luogo di lavoro.
- Diventare più diffuse: un'altra tendenza che immaginiamo prenderà piede sarà quella della compenetrazione tra vita privata, immagine di sé e vita lavorativa.
- Comunicare in maniera più diretta: una caratteristica del web 2.0 è una comunicazione tra pari, informale.
- Aggiornare il concetto di "riservatezza": nell'era della condivisione cambieranno anche i concetti di proprietà privata, copyright e riservatezza e questo influirà sulle filosofie di knowledge management.
- Diventare più "liquide": la burocrazia e la modulistica saranno i primi ambiti da snellire ... saranno le organizzazioni orizzontali e fluide, non quelle verticistiche e rigide, a trarre i maggiori benefici da queste nuove generazioni.
- Dotarsi di una formazione più agile: l'apprendimento avverrà in modo totalmente diverso da come era fino a pochi anni fa ... che si crea come esperienza derivante da tentativi ed errori ... ma non devono mancare momenti di generalizzazione a più alto livello.
Un conflitto generazionale, probabilmente più marcato, perché riguarderà sia gli strumenti (concettuali) che la forma mentis. Sarà la figura del manager a ricoprire un ruolo di mediazione di correnti opposte ... una soluzione che possiamo proporre: un management per task, che guardi al risultato e non al processo, e che dia spazio ai ragazzi per esprimere le modalità preferite pur di portare al risultato."